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Le fotografie di An Evening with Marilyn diedero al giovane fotografo grande riconoscibilità, il suo nome diventò familiare.
In seguito Kirkland ha lavorato per Life, un magazine fondamentale per il fotogiornalismo. Negli stessi anni ha collaborato con i principali giornali del mondo, concentrando il proprio lavoro sempre più a Hollywood, dove è stato fotografo speciale sul set di oltre 150 film, tra i più celebri della storia del cinema. Ha ritratto tutte le più grandi star dello show business: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Brigitte Bardot, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Meryl Streep, John Lennon, Sting, Mick Jagger, Leonardo DiCaprio, Angelina Jolie, Elle Fanning e tanti altri.
In tutte le interviste, Douglas Kirkland dice sempre di essere stato fortunato perché ha fatto il lavoro che più gli piace. La fortuna è frutto anche di coincidenze e nelle due serie fotografiche in mostra ce n’è una in tutta la sua immutabile freschezza: nasce dal celebre profumo con cui Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel creò una leggenda, "Chanel No. 5”, inventato cent'anni fa, nel 1921, ricorrenza più leggiadra di quella che riguarda il cinquantenario della scomparsa della stilista. Il profumo è il legame invisibile che unirà per sempre queste due donne. Molti ricorderanno la risposta che l'attrice diede a Life nell'intervista che accompagnò la sua prima copertina. Quando le domandarono Che cosa indossa per dormire? Lei rispose così, travolgendo la fantasia del mondo: Solo qualche goccia di Chanel No. 5.
HTMLText_0B1CF751_121B_B3B2_41AA_8DF6E24BB6F1.html =
A cura di Marta Cannoni e Livia Corbò
22 maggio - 12 settembre 2021
Palazzo Gromo Losa - Biella


Quando il canadese Douglas Kirkland (1934) realizzò questi scatti a Marilyn Monroe e a Coco Chanel, era un giovane fotografo ingaggiato nei primi anni Sessanta dalla rivista newyorkese Look. Le storiche sequenze fotografiche presentano due figure femminili iconiche che avevano compreso il grande potenziale connesso alla propria immagine.


Le due serie, An Evening with Marilyn e Coco Chanel – Three Weeks, offrono allo spettatore la possibilità di osservare da vicino, senza intermediari, come si sviluppa il rapporto tra fotografo e soggetto e come questa collaborazione si traduca in fotografie senza tempo.


Gli anni tra il 1950 e il 1970 sono considerati l'età dell'oro del fotogiornalismo e, viste dalla prospettiva odierna, le immagini di Douglas Kirkland sono la testimonianza di un'epoca in cui la fotografia aveva appena cominciato a rivestire un ruolo centrale nella moderna cultura popolare.
Gli scatti di Kirkland, con i loro sessant'anni di vita, incarnano sia l'adorazione di Hollywood per le star del cinema, sia la storia della moda parigina. Ci fanno rivivere soprattutto un tempo in cui la costruzione di una propria immagine era possibile soltanto per pochi, attraverso le pagine di una rivista e non per tutti tramite i social media.
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A cura di Marta Cannoni e Livia Corbò


22 maggio - 12 settembre 2021
Palazzo Gromo Losa - Biella


Quando il canadese Douglas Kirkland (1934) realizzò questi scatti a Marilyn Monroe e a Coco Chanel, era un giovane fotografo ingaggiato nei primi anni Sessanta dalla rivista newyorkese Look. Le storiche sequenze fotografiche presentano due figure femminili iconiche che avevano compreso il grande potenziale connesso alla propria immagine.


Le due serie, An Evening with Marilyn e Coco Chanel – Three Weeks, offrono allo spettatore la possibilità di osservare da vicino, senza intermediari, come si sviluppa il rapporto tra fotografo e soggetto e come questa collaborazione si traduca in fotografie senza tempo.


Gli anni tra il 1950 e il 1970 sono considerati l'età dell'oro del fotogiornalismo e, viste dalla prospettiva odierna, le immagini di Douglas Kirkland sono la testimonianza di un'epoca in cui la fotografia aveva appena cominciato a rivestire un ruolo centrale nella moderna cultura popolare.
Gli scatti di Kirkland, con i loro sessant'anni di vita, incarnano sia l'adorazione di Hollywood per le star del cinema, sia la storia della moda parigina. Ci fanno rivivere soprattutto un tempo in cui la costruzione di una propria immagine era possibile soltanto per pochi, attraverso le pagine di una rivista e non per tutti tramite i social media.


Le fotografie di An Evening with Marilyn diedero al giovane fotografo grande riconoscibilità, il suo nome diventò familiare.


In seguito Kirkland ha lavorato per Life, un magazine fondamentale per il fotogiornalismo. Negli stessi anni ha collaborato con i principali giornali del mondo, concentrando il proprio lavoro sempre più a Hollywood, dove è stato fotografo speciale sul set di oltre 150 film, tra i più celebri della storia del cinema. Ha ritratto tutte le più grandi star dello show business: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Brigitte Bardot, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Meryl Streep, John Lennon, Sting, Mick Jagger, Leonardo DiCaprio, Angelina Jolie, Elle Fanning e tanti altri.


In tutte le interviste, Douglas Kirkland dice sempre di essere stato fortunato perché ha fatto il lavoro che più gli piace. La fortuna è frutto anche di coincidenze e nelle due serie fotografiche in mostra ce n’è una in tutta la sua immutabile freschezza: nasce dal celebre profumo con cui Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel creò una leggenda, "Chanel No. 5”, inventato cent'anni fa, nel 1921, ricorrenza più leggiadra di quella che riguarda il cinquantenario della scomparsa della stilista. Il profumo è il legame invisibile che unirà per sempre queste due donne. Molti ricorderanno la risposta che l'attrice diede a Life nell'intervista che accompagnò la sua prima copertina. Quando le domandarono Che cosa indossa per dormire? Lei rispose così, travolgendo la fantasia del mondo: Solo qualche goccia di Chanel No. 5.


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Coco Chanel working on the sleeve detail of a suit of the August 1962 collection
Paris, 1962


Coco Chanel rifinisce i dettagli della manica di un tailleur per la collezione di agosto
Parigi, 1962









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Coco Chanel working on the sleeve detail of a suit of the August 1962 collection
Paris, 1962


Coco Chanel rifinisce i dettagli della manica di un tailleur per la collezione di agosto
Parigi, 1962


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Biglietti e Orari


Venerdì 17.00-21.00
Sabato e domenica 10.00-19.00
2 giugno e 15 agosto 10.00-19.00


Palazzo Gromo Losa: Corso del Piazzo 24, 13900 Biella


Data la capienza limitata causa COVID-19 È CONSIGLIATO IL PREACQUISTO ONLINE DEI BIGLIETTI.


A partire dal 6 agosto 2021 per accedere alla mostra occorrerà mostrare al personale di biglietteria:


- la certificazione verde COVID-19 (Green Pass), comprovante l’inoculazione almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 o la guarigione dall'infezione da Sars-CoV-2 (validità 6 mesi);


- l'esito di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore).


Intero € 10,00 / ridotto € 8,00


Biglietto ridotto: Over 65, gruppi di almeno 12 persone, studenti universitari con tesserino, Soci FAI, Amici di Castelli Aperti, Soci Plein Air, Soci Touring Club Italiano, Carta Più e Carta MultiPiù Feltrinelli, AIGO Card e Soci AIGO, dipendenti Gruppo Zegna


Biglietto gratuito: Under 25, disabili + 1 accompagnatore, insegnanti se accompagnano una classe, Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta, giornalisti con patentino, guide turistiche con patentino.


Per Biella-Piazzo


da Milano - autostrada per Torino A4, uscita casello di Carisio;


da Torino - autostrada per Milano A4, uscita di Santhià;


da Genova - autostrada A26, uscita Vercelli o Santhià, poi seguire le indicazioni per Biella.


Parcheggi: Parcheggio del Borgo del Piazzo e poi ascensore (10 min); Parcheggio della Funicolare, poi Funicolare del Piazzo (5 min) oppure a piedi tramite le coste del borgo (10 min. ca.)


in Treno: linea Santhià-Biella, stazione di Biella San Paolo.


Palazzo Gromo Losa:
Corso del Piazzo, 22/24, 13900 Biella BI


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Biglietti e Orari


Venerdì 17.00-21.00
Sabato e domenica 10.00-19.00
2 giugno e 15 agosto 10.00-19.00


Palazzo Gromo Losa: Corso del Piazzo 24, 13900 Biella


Preacquisto biglietto obbligatorio:
Intero € 10,00 / ridotto € 8,00


Biglietto ridotto: Over 65, gruppi di almeno 12 persone, studenti universitari con tesserino, Soci FAI, Amici di Castelli Aperti, Soci Plein Air, Soci Touring Club Italiano, Carta Più e Carta MultiPiù Feltrinelli, AIGO Card e Soci AIGO, dipendenti Gruppo Zegna


Biglietto gratuito: Under 25, disabili + 1 accompagnatore, insegnanti se accompagnano una classe, Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta, giornalisti con patentino, guide turistiche con patentino.


Per Biella-Piazzo


da Milano - autostrada per Torino A4, uscita casello di Carisio;


da Torino - autostrada per Milano A4, uscita di Santhià;


da Genova - autostrada A26, uscita Vercelli o Santhià, poi seguire le indicazioni per Biella.


Parcheggi: Parcheggio del Borgo del Piazzo e poi ascensore (10 min); Parcheggio della Funicolare, poi Funicolare del Piazzo (5 min) oppure a piedi tramite le coste del borgo (10 min. ca.)


in Treno: linea Santhià-Biella, stazione di Biella San Paolo.


Palazzo Gromo Losa:
Corso del Piazzo, 22/24, 13900 Biella BI


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Stanze
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Stanze
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Mademoiselle’s hair was black under the hat I never once saw her remove. “A woman has the age she deserves,” she had proudly announced on more than one occasion. At seventy-nine, she still had impeccable posture and stood erect as a ballerina


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On the 17th of November 1961, a young and nervous Douglas Kirkland met one of the most famous screen legends in a studio in Hollywood. He had been assigned to photograph Marilyn Monroe for the 25th anniversary issue of Look magazine.


Kirkland and Marilyn were alone in the room and the shooting immediately became very intimate. Kirkland took the photographs from a small balcony above a bed, which was covered by silk sheets, he was dazed by the sensuous charm of his model. Marilyn requested Frank Sinatra’s music and Dom Pérignon in their glasses.


The one that Kirkland met the day after the photoshoot was a completely different Marilyn. After painstakingly going through the 6x6 cm sized transparencies, the actress cut to pieces all the frames she did not like and, after a second thorough examination, she showed the successful ones to the photographer.


It was as if she wanted to see what her invention of Marilyn Monroe had now become, and what it could become in the future – as later Kirkland said.


They had fun during the shoot and they planned to organize another one, which never took place. Eight months later, while Kirkland was in Paris to do a photographic feature on Coco Chanel, news came that Norma Jeane Baker, the beloved Marilyn, was dead. She was 36 years old.



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Douglas Kirkland – Canadian, born in 1934 – took these photographs of Marilyn Monroe and Coco Chanel, when he was just a young photographer working for the New York based magazine Look, in the early ‘60s. These memorable series portray two iconic women that had understood the great potential of their own images.


These two series, An Evening with Marilyn and Coco Chanel – Three Weeks, allow viewers to observe at close quarters and with no intermediaries how the relationship between photographer and model develops, and how that collaboration is turned into photographs that continue to live on.


The years between 1950 and 1970 are considered the golden age of photojournalism and, seen from today’s perspective, Douglas Kirkland’s photographs are testimony to a time when photography started playing a central role in modern popular culture.
Kirkland's photographs, which are now sixty-year-old, embody both Hollywood's worship of movie stars and the history of Parisian fashion. And above all, they make us relive a time when the construction of one's own image was only possible for a few, through the pages of a magazine and not for everyone through social media.


The photographs of An Evening with Marilyn made the young photographer gain great recognition, his name became familiar. Kirkland later worked for Life, a key magazine in photojournalism.


In the same years he collaborated with the most important newspapers in the world, focusing his work more and more on Hollywood, where he was a special photographer on the set of over 150 films, among the most famous in the history of cinema. He has portrayed all the biggest Hollywood and show business stars: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Brigitte Bardot, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Meryl Streep, John Lennon, Sting, Mick Jagger, Leonardo DiCaprio, Angelina Jolie, Elle Fanning and many others.


In all interviews, Douglas Kirkland always says he was lucky because he did the job he likes best. Luck is also the result of coincidences and in the two photo series on display today there is one in all its immutable freshness: it comes from the famous perfume with which Gabrielle Bonheur "Coco" Chanel created a legend, "Chanel No. 5", invented a hundred years ago, in 1921 - a more graceful anniversary than the one regarding the fiftieth anniversary of the designer's death. This perfume is the invisible bond that will unite these two women forever. Many will remember the answer the actress gave to Life in the interview that accompanied her first cover. When asked What do you wear to bed? She answered like this, overwhelming the world's imagination: Just a few drops of Chanel No. 5.



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Coco Chanel in Rue Cambon
Paris, 1962


Coco Chanel in Rue Cambon
Parigi, 1962









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Coco Chanel in Rue Cambon
Paris, 1962


Coco Chanel in Rue Cambon
Parigi, 1962
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A model wearing the square cut classic Chanel suit and the iconic quilted bag (model 2.55)
Paris, 1962


Una modella indossa il classico abito Chanel dal taglio squadrato e l'iconica borsa trapuntata (modello 2.55)
Parigi, 1962
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A model wearing the square cut classic Chanel suit and the iconic quilted bag (model 2.55)
Paris, 1962


Una modella indossa il classico abito Chanel dal taglio squadrato e l'iconica borsa trapuntata (modello 2.55)
Parigi, 1962
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Douglas Kirkland and Coco Chanel
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Douglas Kirkland e Coco Chanel
Rue Cambon 31
Parigi, 1962















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Douglas Kirkland and Coco Chanel
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Douglas Kirkland e Coco Chanel
Rue Cambon 31
Parigi, 1962




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The celebration after the show
31 Rue Cambon
Paris, 1962


I festeggiamenti dopo la sfilata
Rue Cambon 31
Parigi, 1962













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The celebration after the show
31 Rue Cambon
Paris, 1962


I festeggiamenti dopo la sfilata
Rue Cambon 31
Parigi, 1962




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Coco Chanel on her sitting room sofa
Paris, 1962


Coco Chanel sul divano del suo salotto
Parigi, 1962




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Coco Chanel on her sitting room sofa
Paris, 1962


Coco Chanel sul divano del suo salotto
Parigi, 1962




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Coco Chanel on her sitting room sofa
Paris, 1962


Coco Chanel sul divano del suo salotto
Parigi, 1962



















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Coco Chanel on her sitting room sofa
Paris, 1962


Coco Chanel sul divano del suo salotto
Parigi, 1962




HTMLText_A2C37794_B60B_01AA_41E6_2317F46E56A6.html =
Il 17 novembre 1961 un giovane e nervoso Douglas Kirkland incontrò una delle leggende del cinema in uno studio fotografico di Hollywood. Doveva fotografare Marilyn Monroe per il numero del 25esimo anniversario di Look.


Marilyn e Kirkland erano da soli nella stanza e il servizio fotografico diventò subito intimo. Kirkland fotografava da una balconata sopra il letto coperto con lenzuola di seta, frastornato dalla sensualità del suo soggetto. Su richiesta di Marilyn, l’ac-compagnamento musicale era di Frank Sinatra, nei calici, Dom Pérignon.


Fu un’altra Marilyn quella che Kirkland incontrò il giorno seguente. L’attrice, dopo aver studiato con cura tutte le diapositive, tagliò quelle che non le piacevano e, compiuto un ulteriore esame, mostrò al fotografo quelle che per lei erano riuscite. Douglas Kirkland disse in seguito che Marilyn sembrava aver voluto verificare cosa fosse diventato il personaggio che lei stessa aveva creato e in che modo avrebbe potuto modificarlo in futuro.


Si erano divertiti durante il servizio fotografico e ne progettarono un altro che però non avvenne mai. Otto mesi dopo, quando Kirkland era a Parigi per realizzare il servizio su Coco Chanel, arrivò la notizia che Norma Jeane Baker, l’amatissima Marilyn, era morta. Aveva 36 anni.


Si erano divertiti durante il servizio fotografico e ne progettarono un altro che però non avvenne mai. Otto mesi dopo, quando Kirkland era a Parigi per realizzare il servizio su Coco Chanel, arrivò la notizia che Norma Jeane Baker, l’amatissima Marilyn, era morta. Aveva 36 anni.
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Il 17 novembre 1961 un giovane e nervoso Douglas Kirkland incontrò una delle leggende del cinema in uno studio fotografico di Hollywood. Doveva fotografare Marilyn Monroe per il numero del 25esimo anniversario di Look.


Marilyn e Kirkland erano da soli nella stanza e il servizio fotografico diventò subito intimo. Kirkland fotografava da una balconata sopra il letto coperto con lenzuola di seta, frastornato dalla sensualità del suo soggetto. Su richiesta di Marilyn, l’ac-compagnamento musicale era di Frank Sinatra, nei calici, Dom Pérignon.


Fu un’altra Marilyn quella che Kirkland incontrò il giorno seguente. L’attrice, dopo aver studiato con cura tutte le diapositive, tagliò quelle che non le piacevano e, compiuto un ulteriore esame, mostrò al fotografo quelle che per lei erano riuscite. Douglas Kirkland disse in seguito che Marilyn sembrava aver voluto verificare cosa fosse diventato il personaggio che lei stessa aveva creato e in che modo avrebbe potuto modificarlo in futuro.


Si erano divertiti durante il servizio fotografico e ne progettarono un altro che però non avvenne mai. Otto mesi dopo, quando Kirkland era a Parigi per realizzare il servizio su Coco Chanel, arrivò la notizia che Norma Jeane Baker, l’amatissima Marilyn, era morta. Aveva 36 anni.


Si erano divertiti durante il servizio fotografico e ne progettarono un altro che però non avvenne mai. Otto mesi dopo, quando Kirkland era a Parigi per realizzare il servizio su Coco Chanel, arrivò la notizia che Norma Jeane Baker, l’amatissima Marilyn, era morta. Aveva 36 anni.
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On the 17th of November 1961, a young and nervous Douglas Kirkland met one of the most famous screen legends in a studio in Hollywood. He had been assigned to photograph Marilyn Monroe for the 25th anniversary issue of Look magazine.


Kirkland and Marilyn were alone in the room and the shooting immediately became very intimate. Kirkland took the photographs from a small balcony above a bed, which was covered by silk sheets, he was dazed by the sensuous charm of his model. Marilyn requested Frank Sinatra’s music and Dom Pérignon in their glasses.


The one that Kirkland met the day after the photoshoot was a completely different Marilyn. After painstakingly going through the 6x6 cm sized transparencies, the actress cut to pieces all the frames she did not like and, after a second thorough examination, she showed the successful ones to the photographer. It was as if she wanted to see what her invention of Marilyn Monroe had now become, and what it could become in the future – as later Kirkland said.


They had fun during the shoot and they planned to organize another one, which never took place. Eight months later, while Kirkland was in Paris to do a photographic feature on Coco Chanel, news came that Norma Jeane Baker, the beloved Marilyn, was dead. She was 36 years old.



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Douglas Kirkland – Canadian, born in 1934 – took these photographs of Marilyn Monroe and Coco Chanel, when he was just a young photographer working for the New York based magazine Look, in the early ‘60s. These memorable series portray two iconic women that had understood the great potential of their own images.


These two series, An Evening with Marilyn and Coco Chanel – Three Weeks, allow viewers to observe at close quarters and with no intermediaries how the relationship between photographer and model develops, and how that collaboration is turned into photographs that continue to live on.


The years between 1950 and 1970 are considered the golden age of photojournalism and, seen from today’s perspective, Douglas Kirkland’s photographs are testimony to a time when photography started playing a central role in modern popular culture.
Kirkland's photographs, which are now sixty-year-old, embody both Hollywood's worship of movie stars and the history of Parisian fashion. And above all, they make us relive a time when the construction of one's own image was only possible for a few, through the pages of a magazine and not for everyone through social media.


The photographs of An Evening with Marilyn made the young photographer gain great recognition, his name became familiar. Kirkland later worked for Life, a key magazine in photojournalism. In the same years he collaborated with the most important newspapers in the world, focusing his work more and more on Hollywood, where he was a special photographer on the set of over 150 films, among the most famous in the history of cinema. He has portrayed all the biggest Hollywood and show business stars: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Brigitte Bardot, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Meryl Streep, John Lennon, Sting, Mick Jagger, Leonardo DiCaprio, Angelina Jolie, Elle Fanning and many others.


In all interviews, Douglas Kirkland always says he was lucky because he did the job he likes best. Luck is also the result of coincidences and in the two photo series on display today there is one in all its immutable freshness: it comes from the famous perfume with which Gabrielle Bonheur "Coco" Chanel created a legend, "Chanel No. 5", invented a hundred years ago, in 1921 - a more graceful anniversary than the one regarding the fiftieth anniversary of the designer's death. This perfume is the invisible bond that will unite these two women forever. Many will remember the answer the actress gave to Life in the interview that accompanied her first cover. When asked What do you wear to bed? She answered like this, overwhelming the world's imagination: Just a few drops of Chanel No. 5.



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Quando il canadese Douglas Kirkland (1934) realizzò questi scatti a Marilyn Monroe e a Coco Chanel, era un giovane fotografo ingaggiato nei primi anni Sessanta dalla rivista newyorkese Look. Le storiche sequenze fotografiche presentano due figure femminili iconiche che avevano compreso il grande potenziale connesso alla propria immagine.


Le due serie, An Evening with Marilyn e Coco Chanel – Three Weeks, offrono allo spettatore la possibilità di osservare da vicino, senza intermediari, come si sviluppa il rapporto tra fotografo e soggetto e come questa collaborazione si traduca in fotografie senza tempo.


Gli anni tra il 1950 e il 1970 sono considerati l'età dell'oro del fotogiornalismo e, viste dalla prospettiva odierna, le immagini di Douglas Kirkland sono la testimonianza di un'epoca in cui la fotografia aveva appena cominciato a rivestire un ruolo centrale nella moderna cultura popolare.
Gli scatti di Kirkland, con i loro sessant'anni di vita, incarnano sia l'adorazione di Hollywood per le star del cinema, sia la storia della moda parigina. Ci fanno rivivere soprattutto un tempo in cui la costruzione di una propria immagine era possibile soltanto per pochi, attraverso le pagine di una rivista e non per tutti tramite i social media.


Le fotografie di An Evening with Marilyn diedero al giovane fotografo grande riconoscibilità, il suo nome diventò familiare.


In seguito Kirkland ha lavorato per Life, un magazine fondamentale per il fotogiornalismo. Negli stessi anni ha collaborato con i principali giornali del mondo, concentrando il proprio lavoro sempre più a Hollywood, dove è stato fotografo speciale sul set di oltre 150 film, tra i più celebri della storia del cinema. Ha ritratto tutte le più grandi star dello show business: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Brigitte Bardot, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Meryl Streep, John Lennon, Sting, Mick Jagger, Leonardo DiCaprio, Angelina Jolie, Elle Fanning e tanti altri.


In tutte le interviste, Douglas Kirkland dice sempre di essere stato fortunato perché ha fatto il lavoro che più gli piace. La fortuna è frutto anche di coincidenze e nelle due serie fotografiche in mostra ce n’è una in tutta la sua immutabile freschezza: nasce dal celebre profumo con cui Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel creò una leggenda, "Chanel No. 5”, inventato cent'anni fa, nel 1921, ricorrenza più leggiadra di quella che riguarda il cinquantenario della scomparsa della stilista. Il profumo è il legame invisibile che unirà per sempre queste due donne. Molti ricorderanno la risposta che l'attrice diede a Life nell'intervista che accompagnò la sua prima copertina. Quando le domandarono Che cosa indossa per dormire? Lei rispose così, travolgendo la fantasia del mondo: Solo qualche goccia di Chanel No. 5.


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Quando il canadese Douglas Kirkland (1934) realizzò questi scatti a Marilyn Monroe e a Coco Chanel, era un giovane fotografo ingaggiato nei primi anni Sessanta dalla rivista newyorkese Look. Le storiche sequenze fotografiche presentano due figure femminili iconiche che avevano compreso il grande potenziale connesso alla propria immagine.


Le due serie, An Evening with Marilyn e Coco Chanel – Three Weeks, offrono allo spettatore la possibilità di osservare da vicino, senza intermediari, come si sviluppa il rapporto tra fotografo e soggetto e come questa collaborazione si traduca in fotografie senza tempo.


Gli anni tra il 1950 e il 1970 sono considerati l'età dell'oro del fotogiornalismo e, viste dalla prospettiva odierna, le immagini di Douglas Kirkland sono la testimonianza di un'epoca in cui la fotografia aveva appena cominciato a rivestire un ruolo centrale nella moderna cultura popolare.
Gli scatti di Kirkland, con i loro sessant'anni di vita, incarnano sia l'adorazione di Hollywood per le star del cinema, sia la storia della moda parigina. Ci fanno rivivere soprattutto un tempo in cui la costruzione di una propria immagine era possibile soltanto per pochi, attraverso le pagine di una rivista e non per tutti tramite i social media.


Le fotografie di An Evening with Marilyn diedero al giovane fotografo grande riconoscibilità, il suo nome diventò familiare.


In seguito Kirkland ha lavorato per Life, un magazine fondamentale per il fotogiornalismo. Negli stessi anni ha collaborato con i principali giornali del mondo, concentrando il proprio lavoro sempre più a Hollywood, dove è stato fotografo speciale sul set di oltre 150 film, tra i più celebri della storia del cinema. Ha ritratto tutte le più grandi star dello show business: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Brigitte Bardot, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Meryl Streep, John Lennon, Sting, Mick Jagger, Leonardo DiCaprio, Angelina Jolie, Elle Fanning e tanti altri.


In tutte le interviste, Douglas Kirkland dice sempre di essere stato fortunato perché ha fatto il lavoro che più gli piace. La fortuna è frutto anche di coincidenze e nelle due serie fotografiche in mostra ce n’è una in tutta la sua immutabile freschezza: nasce dal celebre profumo con cui Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel creò una leggenda, "Chanel No. 5”, inventato cent'anni fa, nel 1921, ricorrenza più leggiadra di quella che riguarda il cinquantenario della scomparsa della stilista. Il profumo è il legame invisibile che unirà per sempre queste due donne. Molti ricorderanno la risposta che l'attrice diede a Life nell'intervista che accompagnò la sua prima copertina. Quando le domandarono Che cosa indossa per dormire? Lei rispose così, travolgendo la fantasia del mondo: Solo qualche goccia di Chanel No. 5.


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Coco Chanel in her atelier
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Coco Chanel nel suo atelier
in Rue Cambon 31
Parigi, 1962









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Coco Chanel in her atelier
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Coco Chanel nel suo atelier
in Rue Cambon 31
Parigi, 1962



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16
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16
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Fashion editors scrutinizing the new collection
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Alcuni redattori di moda osservano con attenzione i modelli della nuova collezione
Rue Cambon 31
Parigi, 1962











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Fashion editors scrutinizing the new collection
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Alcuni redattori di moda osservano con attenzione i modelli della nuova collezione
Rue Cambon 31
Parigi, 1962
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43
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28
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Coco Chanel at work
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Coco Chanel al lavoro
Rue Cambon 31
Parigi, 1962



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Coco Chanel at work
31 Rue Cambon
Paris, 1962


Coco Chanel al lavoro
Rue Cambon 31
Parigi, 1962



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More minutes moved slowly by as I sat waiting in the Hollywoodstudio I had rented for the purpose of photographing Marilyn.“She’s sometimes a little late but she always shows up,” her pressagent and friend John Springer assured me and my colleague,writer Jack Hamilton.Each time I imagined her stepping through the doorway myanxiety grew.



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More minutes moved slowly by as I sat waiting in the Hollywoodstudio I had rented for the purpose of photographing Marilyn.“She’s sometimes a little late but she always shows up,” her pressagent and friend John Springer assured me and my colleague,writer Jack Hamilton.Each time I imagined her stepping through the doorway myanxiety grew.
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Altri minuti trascorsero lentamente mentre aspettavo seduto nello studio che avevo affittato per il servizio a Hollywood. John Springer, press agent e suo amico, aveva cercato di rassicurare me e il mio collega, lo scrittore Hack Hamilton, dicendo “Qualche volta arriva in ritardo, però arriva sempre”
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Altri minuti trascorsero lentamente mentre aspettavo seduto nello studio che avevo affittato per il servizio a Hollywood. John Springer, press agent e suo amico, aveva cercato di rassicurare me e il mio collega, lo scrittore Hack Hamilton, dicendo “Qualche volta arriva in ritardo, però arriva sempre”
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Then to my great surprise, she suddenly sat up in bed, covered her breasts and announced to all≪ I think I should be alone with this boy. I find it usually works better that way!≫



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Then to my great surprise, she suddenly sat up in bed, covered her breasts and announced to all≪ I think I should be alone with this boy. I find it usually works better that way!≫



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Poi con mia grande sorpresa Marilyn si mise seduta sul letto, si coprì il seno con le lenzuola e chiese all’assistente di uscire:
«Voglio restare sola con questo ragazzo: di solito funziona meglio»



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Poi con mia grande sorpresa Marilyn si mise seduta sul letto, si coprì il seno con le lenzuola e chiese all’assistente di uscire:
«Voglio restare sola con questo ragazzo: di solito funziona meglio»


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She simply said, “Okay I know what we need. We needa bed with white silk sheets and nothing else, and it will work.“But,” she added, “the sheets must be silk.”She had done the biggest part of my job for me: understood my ideas andarticulated them better than I had been able to .
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She simply said, “Okay I know what we need. We needa bed with white silk sheets and nothing else, and it will work.“But,” she added, “the sheets must be silk.”She had done the biggest part of my job for me: understood my ideas andarticulated them better than I had been able to .
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Disse “D’accordo, ho capito cosa ci serve. Abbiamo bisogno di un letto con le lenzuola bianche di seta e niente altro. Funzionerà” Aveva risolto la parte più difficile del mio lavoro: aveva capito le mie idee e le aveva espresse meglio di come avrei mai potuto fare io.
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Disse “D’accordo, ho capito cosa ci serve. Abbiamo bisogno di un letto con le lenzuola bianche di seta e niente altro. Funzionerà” Aveva risolto la parte più difficile del mio lavoro: aveva capito le mie idee e le aveva espresse meglio di come avrei mai potuto fare io.
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This collection was another spectacular success—Organza evening dresses, gold and white; the classic Chanel look. When it was over, there was a celebration in the main dressing room, where the sound of champagne being poured mixed with laughter and chatter.
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This collection was another spectacular success—Organza evening dresses, gold and white; the classic Chanel look. When it was over, there was a celebration in the main dressing room, where the sound of champagne being poured mixed with laughter and chatter.
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All'inizio Mademoiselle non mi considerava. Sembravo anche più giovane dei miei anni e di certo non ero un nome noto. Prima di fidarsi di me, insistette perché fotografassi alcuni dei suoi capi di moda, sviluppassi i negativi e facessi delle stampe per fargliele vedere.
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All'inizio Mademoiselle non mi considerava. Sembravo anche più giovane dei miei anni e di certo non ero un nome noto. Prima di fidarsi di me, insistette perché fotografassi alcuni dei suoi capi di moda, sviluppassi i negativi e facessi delle stampe per fargliele vedere.
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At first Mademoiselle barely acknowledged me. I looked even younger than I was and was certainly not a known name. Before she would trust me, she insisted that I photograph some of her fashion, process the film, and make prints for her to see.


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At first Mademoiselle barely acknowledged me. I looked even younger than I was and was certainly not a known name. Before she would trust me, she insisted that I photograph some of her fashion, process the film, and make prints for her to see.


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Mademoiselle’s hair was black under the hat I never once saw her remove. “A woman has the age she deserves,” she had proudly announced on more than one occasion. At seventy-nine, she still had impeccable posture and stood erect as a ballerina
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I capelli di mademoiselle erano neri sotto il cappello, che non le vidi mai togliere. «Una donna ha l’età che si merita» aveva annunciato con orgoglio, in più di un’occasione. A settantanove anni aveva ancora una postura e un portamento impeccabili, dritta come ballerina.
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I capelli di mademoiselle erano neri sotto il cappello, che non le vidi mai togliere. «Una donna ha l’età che si merita» aveva annunciato con orgoglio, in più di un’occasione. A settantanove anni aveva ancora una postura e un portamento impeccabili, dritta come ballerina.
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Questa collezione fu un altro successo spettacolare: abiti da sera in organza, oro e bianco; il classico look Chanel. Al termine della sfilata ci furono festeggiamenti nel camerino principale, dove il suono dello champagne che viene versato si mescolava con risate e chiacchiere.
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Questa collezione fu un altro successo spettacolare: abiti da sera in organza, oro e bianco; il classico look Chanel. Al termine della sfilata ci furono festeggiamenti nel camerino principale, dove il suono dello champagne che viene versato si mescolava con risate e chiacchiere.
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